Adolescenza
L'adolescenza
è quella fase della vita umana, normalmente compresa fra gli 11 e i 18
anni, nel corso della quale l'individuo acquisisce le competenze e i requisiti
necessari per assumere le responsabilità di adulto. Nel processo di transizione
verso lo stato di adulto entrano in gioco ed interagiscono fra loro fattori
di natura biologica, psicologica e sociale.
Anche
se ha cominciato ad essere definita e studiata come fase specifica della
vita soltanto nel momento in cui la rivoluzione industriale ha imposto
l'esigenza di un periodo assai prolungato di preparazione alla vita adulta
e anche se si presenta secondo modalità assai differenti da cultura a
cultura, l'adolescenza sembra contrassegnata da alcuni fenomeni peculiari
che possono essere considerati universali.
L'adolescenza
inizia con la pubertà ma non è il solo mutamento biologico connesso con
la pubertà che provoca il momento adolescenziale. Al cambiamento fisico
si associano esperienze emozionali molto intense: per la rilevanza dei
cambiamenti corporei e dell'assetto pulsionale che impongono la ricerca
di nuovi equilibri nei rapporti con il mondo e con il proprio sé; per
la precocità del cambiamento rispetto a quello dei coetanei (o coetanee)
che lo fa giungere inaspettato, o per il suo ritardo che suscita in chi
si aspetta di cambiare, ansie e incertezze in rapporto a chi è già cresciuto.
I
cambiamenti fisici, d'altronde, fanno sì che l'individuo sia trattato
dalle persone con cui è abitualmente in contatto, e anche dagli estranei,
in modo diverso da come era trattato da bambino. Le richieste che gli
sono rivolte si modificano, ci si aspetta da lui (o da lei) un comportamento
da adulto ma contemporaneamente lo si continua a considerare non autonomo,
non in grado di prendere da solo certe decisioni rilevanti per il suo
destino (bere alcool o no, fumare o no, uscire la sera con i coetanei,
scegliere l'orientamento scolastico...).
Di
questo mutamento di relazioni l'adolescente è particolarmente consapevole:
in rapporto ad esso modifica il proprio atteggiamento verso se stesso
ed il mondo circostante. Il primo indice, frequentemente conflittuale,
di questo cambiamento di atteggiamenti si manifesta nel fatto che egli/ella
non accetta più di essere totalmente dipendente dalla propria famiglia
e dalle varie forme di sostegno sociale-affettivo che la famiglia gli/le
ha fornito sino a quel momento.
In
parallelo, altri cambiamenti nei confronti del mondo circostante sono
attivati dall'aumentato numero di stimoli a cui l'adolescente pone attenzione,
in rapporto ad un incremento del proprio interesse nei confronti dei sentimenti
e stati d'animo, oltre che del mondo esterno. L'acquisizione, anche parziale,
di autonomia permette di intraprendere nuove attività e di adottare stili
di condotta diversi, collegati a nuove modalità di mettersi in rapporto
con gli altri. I cambiamenti che si verificano mettono in discussione
il sistema di rappresentazioni e di schemi che hanno regolato sino a quel
momento le relazioni dell'individuo (ragazzo o ragazza) con il proprio
corpo, con altri individui e gruppi, con attività, oggetti ed istituzioni
sociali.
Molte
certezze consolidate sono così messe in discussione, anche perché immaginare
il proprio futuro e prepararsi ad affrontarlo può risultare particolarmente
difficile. L'adolescente, in altre parole, si trova di fronte molte incertezze
a proposito di come interpretare la propria esperienza, tanto più che
non vuole più applicare ad essa i metri di giudizio familiare.
E
in momenti critici di questo tipo, in cui è in atto una vera e propria
riorganizzazione del sistema di
sé, che la specificità di un sistema sociale offre alla persona la
possibilità di trovare soluzioni adeguate. L'organizzazione della vita
sociale di tutti i giovani in gruppi di età, tipica della società odierna,
diviene decisiva. Essendo costantemente in contatto con tanti coetanei
che condividono gli stessi problemi (a scuola, sul lavoro, nel tempo libero),
l'adolescente rafforza ed estende le proprie relazioni con il gruppo di
pari così che tali relazioni diventano più frequenti, intense, significative.
La
riorganizzazione del sistema di sé, dunque, si verifica grazie a questa
fitta rete di relazioni e di scambi in cui il soggetto, consapevole almeno
in parte del cambiamento che lo concerne, verifica il proprio valore e
riflette su se stesso. (.)
L'adolescenza
si conclude quando l'individuo è in grado di stabilire rapporti stabili
e significativi con se stesso, con i gruppi di riferimento più prossimi
e con il proprio ambiente di vita più ampio. Questa assunzione, fondata
sul carattere attivo del rapporto sé-altri-mondo, indica che nel corso
dell'adolescenza accadono avvenimenti che obbligano l'individuo a comportarsi
e a definirsi in rapporto sia con l'ambiente in cui è inserito, sia con
i gruppi di cui è membro, sia con le proprie trasformazioni. (.)
E'
possibile sostenere che ci sono molti modi diversi di vivere l'adolescenza
e che lo stesso soggetto che cresce è parte attiva, costruttiva, della
propria evoluzione. Non ha quindi senso considerare l'adolescenza come
una fase contrassegnata esclusivamente da ribellioni e da conflitti (sia
intrapsichici, sia fra l'attore e il suo ambiente più prossimo) né vederla
come un passaggio privo di scosse dalla riva indistinta e mal strutturata
dell'infanzia alla riva ben costruita, funzionante, sicura dell'età adulta.
Assumendo
la metafora fornita da Siddharta,
il libro di Hermann Hesse che, a torto o a ragione, è considerato da molti
un resoconto prototipico delle vicende adolescenziali, l'età adolescenziale
può essere vista come la traversata di un grande fiume impetuoso. C'è,
ad un estremo, chi, già sperimentato nella navigazione, può traversarlo
in un giorno di quiete, guidato da un barcaiolo saggio che chiede la collaborazione
attiva del passeggero, ne apprezza le qualità e trae dalle vicende dell'attraversamento
occasione per aiutarlo a scoprire aspetti della vita minuti ma carichi
di signifìcato.
C'è,
all'altro estremo, chi, assolutamente privo di esperienza, deve imbarcarsi
nella traversata in un giorno di tempesta, su un battello scricchiolante
guidato da un barcaiolo ubriaco, insicuro di sé, disorientato. Non è detto
che l'impegno profuso dal passeggero, anche se durissimo e carico di buone
intenzioni, possa contribuire a portare a buon fine la traversata.
Fra
i due estremi, poi, ci sono gli innumerevoli tipi di "passaggi" che toccano
alla gran massa dei viaggiatori: alcuni molto difficili, altri impegnativi
ma sicuri, altri relativamente facili seppur faticosi.
Le
metafore hanno sempre un valore limitato: in realtà anche chi traversa
le tempeste adolescenziali senza troppe ambasce non è alla fine del viaggio
ma lo deve continuare in un paese nuovo, poco conosciuto, le cui mappe
non sono sempre tracciate o aggiornate. Quella da noi scelta, tuttavia,
permette di sottolineare due cose.
a)
In tutte le adolescenze il protagonista deve affrontare una gran mole
di problemi: capita ad alcuni che essi siano distribuiti lungo il percorso
e possano essere affrontati uno dopo l'altro sì che l'impresa può avere
una buona riuscita; capita a molti altri invece che essi si presentino
complessi, più o meno aggrovigliati in modo assurdo, tali da rendere assai
difficile, a volte quasi impossibile, la risoluzione di essi. Non c'è
adolescenza senza problemi anche se nella maggior parte dei casi tali
problemi possono essere, con un costo più o meno rilevante, risolti. I
problemi, d'altronde, non sono entità fatali e incomprensibili che capitano
a caso. Sono sempre in rapporto con il contesto culturale e sociale in
cui l'adolescente vive, con le relazioni che egli ha con il suo ambiente
più prossimo, con la sua storia.
b)
Nel percorso adolescenziale il protagonista non è mai del tutto solo:
egli è sempre in compagnia di altri (genitori, insegnanti, coetanei, altre
persone significative) che possono offrirgli una guida sicura e comprensiva,
oppure richieste incomprensibili tali da svalorizzare il senso del suo
impegno, o al limite dargli indicazioni frammentate e contraddittorie
che aggiungono confusione alla mancanza di esperienza. Questo non vuol
dire che in molte occasioni l'adolescente non si senta veramente solo
e distante da tutti: in quei momenti egli avverte di non potersi fidare
di nessuno, di dover dirigere da solo il proprio cammino. Tutti fanno,
in momenti più o meno lunghi, questa esperienza: è augurabile che essa
non sia quella più importante o, all'estremo, quella che contrassegna
tutta l'adolescenza.
Mappa
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Adolescenza cosa? (Testimonianza di un'adolescente)
La condotta degli studenti a scuola
Cosa pensano della scuola gli adolescenti? (Il tema di un adolescente)
Risorse
Adolescenza (su Wikipedia)
Per l'adolescenza: psicanalisi o analisi del sé?
Psicoanalisi e adolescenza
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